Κυριακή 3 Νοεμβρίου 2024

Sapevate che Socrate, uno dei più grandi filosofi della storia, era anche uno degli uomini più odiati di Atene? Accusato di empietà e di corrompere i giovani, fu condannato a morte dal tribunale popolare, l’eliea. Ma cosa portò a tanto odio nei suoi confronti? Socrate non compiva azioni pericolose. Si limitava a porre domande e a dialogare con chiunque volesse ascoltarlo, dai nobili ai cittadini comuni, dai giovani agli anziani. Tuttavia, le sue domande, dirette e semplici, mettevano in crisi le certezze dei suoi interlocutori, costringendoli a riflettere sulla fragilità delle loro convinzioni e sull’incoerenza dei loro ragionamenti. La sua capacità di smontare le argomentazioni altrui con logica implacabile e ironia sottile lo rendeva un personaggio affascinante ma anche temuto. Era un personaggio scomodo, troppo scomodo, con i dubbi che instillava. Aveva il coraggio di smascherare i politici corrotti e i falsi maestri che, credendo di sapere, diffondevano false verità e falsa conoscenza. Per questo motivo fu condannato a morte: rappresentava una minaccia per lo status quo, un pericolo da eliminare. La sua presenza costante nelle piazze e nei mercati, dove discuteva con chiunque volesse ascoltarlo, era vista come una sfida aperta all’autorità costituita e alle convenzioni sociali. Durante il processo, Socrate non cercò di pentirsi o di implorare clemenza. Rifiutò persino l’aiuto di un oratore, predecessore dei nostri avvocati. Perché? Perché, come diceva sempre: «Non puoi usare la tua arte retorica giocando con le parole, incantando la folla, magari mentendo, neppure se è in gioco la vita». La sua difesa fu un atto di coerenza estrema, un rifiuto di compromettere i suoi principi per salvare la propria vita. Socrate scelse di affrontare la morte piuttosto che rinnegare la sua filosofia e il suo modo di vivere. Il processo contro Socrate ci insegna che l’intelligenza è scomoda. La massa preferisce le illusioni alla verità, desidera essere adulata. Gli uomini intelligenti vengono messi alla gogna, banditi, ostracizzati e disprezzati, poiché turbano il sonno delle masse, mettono in dubbio l’autorità e svelano gli inganni delle istituzioni. La storia di Socrate è un monito per tutti coloro che osano pensare in modo indipendente e sfidare le convenzioni: la ricerca della verità può essere pericolosa, ma è anche l’unica via per una vita autentica e significativa. Antonio Cuschera

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