Σάββατο 23 Μαρτίου 2024

-.-.Dischi da (Ri)scoprire...- -.I buoni e i cattivi è il 2º album in studio del cantautore italiano Edoardo Bennato, pubblicato nel 1974.-.-. La Ricordi, spinta dalle buone recensioni del disco precedente, Non farti cadere le braccia, che però non aveva venduto molte copie, pubblica nel 1974 il secondo lavoro: si tratta di una sorta di mini-concept album intitolato I buoni e i cattivi, sulla difficoltà di capire che cosa sia veramente il bene e che cosa il male, ma soprattutto sulla necessità che spesso abbi]amo, per semplificarci la vita, di dividere artificiosamente il mondo tra buoni e cattivi. Quelli che si dichiarano "i buoni" (Arrivano i buoni) non è detto che lo siano e con questa scusa ottengono ciò che vogliono (spesso il potere), chi diventa presidente della Repubblica può sembrare "buono", ma chissà se poi farà veramente qualcosa (Uno buono, dedicata al compaesano di Bennato Giovanni Leone, diventato nel 1971 presidente), la scuola dovrebbe essere un'istituzione "buona" ma spesso serve solo a rendere i giovani pronti ad accettare qualsiasi autorità (In fila per tre)... Nella track-list è stata inserita nuovamente Un giorno credi, già presente nel disco precedente, dal medesimo master; è questo l'unico brano dell'album non scritto interamente da Bennato (il testo è di Patrizio Trampetti). Formazione Edoardo Bennato – voce, chitarra a 12 corde, armonica, kazoo, tamburello basco Eugenio Bennato – mandolino, mandoloncello Tony Esposito – batteria, percussioni Bruno Limone – basso Andrea Sacchi – chitarra Michele Capogrosso – batteria (in Un giorno credi) (non accreditato) Fulvio Monieri – basso (in Un giorno credi) (non accreditato) Roberto De Simone –arrangiamenti e direzione orchestrale (in Un giorno credi e In fila per tre) Una città che sembra andare in rovina nasconde ancora un po' di umanità (Tira a campare), una giornata nata storta si può concludere molto bene (Che fortuna). Non manca come sempre in Bennato una buona dose di ironia, che soprattutto con Bravi ragazzi e La bandiera racconta due dei facili approcci al problema: nella prima troviamo l'approccio qualunquista che lascia fare agli altri e che consiglia di aspettare, di fidarsi di quel che dice il potere, di non creare problemi; nella seconda quello estremista che sceglie una bandiera e distingue i buoni e i cattivi in base a quella (chi l'ha uguale e chi diversa), senza più bisogno di pensare. Inoltre, ne La bandiera vi è una critica ai nazionalismi di qualunque genere:

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